CROLLA UN ALTRO PONTE PER PAPA FRANCESCO. IL NO! DELL’ ARCIVESCOVO ALEXANDER SULLA COMUNIONE AD ADULTERI E SODOMITI 

L’Arcivescovo di Portland: i gay attivi devono pentirsi e cambiare, prima di ricevere la Comunione

L’Arcivescovo Alexander King Sample di Portland, Oregon, pubblica le linee guida per l’attuazione di ‘Amoris Laetitia’.

Afferma che le persone dello stesso sesso, che vivono insieme, devono: “Confessare Sacramentalmente tutti i peccati gravi con lo scopo fermo di cambiare, prima di ricevere la Santa Eucarestia”

(NdR: crolla un altro ponte per Francesco!)

L’Arcivescovo Alexander  ha pubblicato linee guida che sostengono l’insegnamento costante della Chiesa, che i Cattolici in “peccato grave” – ​​inclusi gli omosessuali attivi e quelli in unione adultera – devono pentirsi prima di ricevere la Comunione.

Le nuove linee guida dell’Arcivescovo Conservatore, sono destinate ad attuare l’esortazione di Amoris Laetitia di Papa Francesco in un modo: “compatibile con l’insegnamento della Chiesa”.

Le linee guida affermano ancora, che: coloro che sono in “gravi peccati”, tra cui persone divorziate e risposate in modo civile e persone in un rapporto di sesso identico attivo, devono “Confessare Sacramentalmente tutti i peccati gravi con un fermo scopo di cambiare, prima di ricevere la Santa Eucaristia “.

L’Arcivescovo ha scritto nelle sue linee guida del maggio 2017 su Amoris Laetitia una richiesta di: “un accompagnamento sensibile su coloro che hanno una cattiva comprensione dell’insegnamento Cristiano sul matrimonio e della vita familiare, e che non possono vivere in accordo con la Fede Cattolica, anche se tuttavia desiderano essere più integrati nella vita della Chiesa, compresi i Sacramenti della Penitenza e la Santa Eucarestia “.

Ma il vero accompagnamento, ha detto, può avvenire solo nella “Tradizione dell’insegnamento e della Vita della Chiesa”.

“Infatti, i Pastori devono sempre trasmettere fedelmente l’insegnamento Cattolico a tutte le persone, compresi i divorziati e ricondizionati, sia nel Confessionale, sia pubblicamente. 

Dovrebbero farlo con grande fiducia nel potere della grazia di Dio, sapendo che, quando si parla con amore, la Verità guarisce, si costruisce e si libera (cfr Gv 8,32), “affermano gli orientamenti”.

L’Arcivescovo ha affermato anche, che ci sono stati “abusi” nati dell’Esortazione del Papa “a sostegno di posizioni che non sono compatibili con l’insegnamento della Chiesa”.

Tra queste c’è la nozione che la coscienza di un individuo, dopo Amoris Laetitia, diventa il giudice finale in materia morale. Tale posizione è stata presa a Chicago dal Cardinale Blase Cupich, 

che ha sostenuto che: le persone divorziate e risposate, così come gli omosessuali attivi, dovrebbero essere in grado di ricevere la Comunione se arrivano alla decisione “in buona coscienza”.

Le linee guida specificamente riguardano ciò che i Pastori devono fare quando una coppia dello stesso sesso si presenta apertamente in una Parrocchia.

La Chiesa accoglie tutti gli uomini e le donne che cercano onestamente di incontrare il Signore, indipendentemente dalle loro circostanze. Ma due persone in un rapporto sessuale attivo e pubblico, non importa quanto sincero, offrono solo un serio contraddittorio alla fede Cattolica, il quale può solo produrre confusione morale nella comunità. Tale rapporto non può essere accettato nella vita della Parrocchia senza compromettere la fede della comunità, in particolare per i bambini.

“Quelli che vivono apertamente stili di vita con lo stesso sesso non possono avere posizioni di responsabilità in una Parrocchia, né possono eseguire alcun Ministero o Funzione Liturgica finché non si saranno riconciliati con la Chiesa e finchè non ritornano a vivere in accordo con l’insegnamento morale della Chiesa”.

L’Arcivescovo conclude dicendo: mentre le linee guida possono essere “un duro insegnamento per alcuni”, essi “corrispondono con la realtà della nostra convinzione, sulla natura della Santa Eucaristia, dell Matrimonio e della Chiesa”.

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4 pensieri riguardo “CROLLA UN ALTRO PONTE PER PAPA FRANCESCO. IL NO! DELL’ ARCIVESCOVO ALEXANDER SULLA COMUNIONE AD ADULTERI E SODOMITI 

  1. L’INSEGNAMENTO che proviene dalla sacra scrittura non si discute. …. l’importante è, l’imposizione consegnata con AMORE ….

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  2. Io ho una esperienza diretta con divorziati e risposati e il mio umile giudizio non è a loro favore per la Santa Comunione perché anche se sono pentiti , rimane sempre quel l’affetto dal quale non vogliono staccarsi! È’ molto sottile la linea tanto è’ vero che se a loro viene proposto di staccarsi da questo affetto subito adducono la difficoltà dei nuovi figli! Stranamente questa affermazione non è stata valutata nel primo matrimonio quando ben volentieri si sono allontanati dai primi figli! Dal punto di vista psicologico bisogna fare molta attenzione e avere un profondo discernimento in queste problematiche perché è comodo e gratificante mentire alla propia coscienza nel timore di perdere quel bene! È’ da sottolineare nei divorziati risposati questo timore che è la causa di un bene che non appartiene, anzi non dovrebbe appartenere! Come un ladro che è pentito dell’azione commessa ma che evita di restituire ciò che ha rubato!

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    1. Un altro esempio molto significativo è quello di un uomo non sposato che si innamora di una divorziata che ha subito il divorzio! Ora in questo caso se esiste ancora il nono comandamento e sottolineo nono se si sposano non possono ricevere la comunione perché la donna non avendo avuto l’annullamento dalla Sacra Rota è ancora legata al vincolo religioso del matrimonio perciò subentra il comando di non desiderare la donna altrui e viceversa! I comandamenti sono molto chiari e semplici che ci indicano e ci aiutano nel cammino della nostra vita! L’uomo purtroppo attraverso la malizia del propio cuore li vuole piegare al propio servizio! In questo caso mi ritorna l’immagine di Gesù nel tempio che rovesciando ogni cosa grida: ipocriti, sepolcri imbiancati! Mio amato Signore perdona loro perché non sanno quello che fanno!

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  3. Questo vescovo dice cose ovvie, ma oggi sono le cose ovvie a fare notizia, perché molti vescovi non hanno più il coraggio di ribadire la dottrina tradizionale della Chiesa

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